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versi d'arte: resistere alla fuga del tempo

Nelle Metamorfosi di Ovidio, tra i tanti miti narrati, ce n’è uno in particolare che celebra la potenza dell’arte. Tale mito è raccontato direttamente dal personaggio di Orfeo: Pigmalione, abile scultore di Cipro, vagando nella solitudine, decide di modellare una statua secondo il proprio ideale di donna; e la statua diverrà una donna in carne e ossa. Nei suoi versi Ovidio scrive che si mette a scolpire con arte suprema un avorio/ bianco neve, in forma di donna (...)/ e diresti che è viva, se un eccesso di timidezza non le impedisse di muoversi./ Tanta è l’arte, che non si vede.


Pigmalione, dunque, dalla materia informe tira fuori un codice espressivo, potente e vivo. Ma interessante è il legame di solidarietà che si crea in questa dimensione tra Ovidio, Orfeo (prototipo del poeta) e lo stesso Pigmalione, mitico artista: una solidarietà dovuta alla comune vocazione artistica. L’arte, che in questo caso ha effetti quasi magici, è il tema più profondo e vero dell’episodio.

I pittori, gli scultori, gli architetti e i poeti cominciano la loro opera con un gesto comune: tracciano un segno. E come Pigmalione scolpisce l’avorio, così Ovidio traccia segni sulle tavolette: entrambi sentono la necessità di espandere la scena della propria opera, di trovare nuove vie.


In questa sezione saranno proprio i versi d’arte a guidarci, mostrando le innumerevoli connessioni tra questi due linguaggi. L’arte e la letteratura partono da un gesto comune e arrivano a una dimostrazione comune: è possibile resistere e sopravvivere all’incessante fuga del tempo.


La redazione:

Gaia Bottalico

Angelica Campanella

Anna D'Aversa

Francesca Musa

Cleyde Pantaleo

Marzia Perrini

Chiara Pignatelli

Chiara Semeraro

Carmen Scollo


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