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la nostra redazione


Ciao a tutti, mi chiamo Angela Capriati e, con i miei compagni, curerò la sezione di arte filosofia e religione del blog “Ars Humana”. Ho 19 anni e frequento il Liceo Classico dell’istituto “Leonardo Da Vinci” di Fasano. Amo la filosofia, l’arte, la letteratura e la cultura classica. Credo nella parità e mi piacerebbe rendere il mondo un posto migliore.

In questo blog vorrei mostrarvi, attraverso l'analisi delle opere d’arte, il modo in cui il pensiero umano del passato influenza il nostro presente, rendendoci più consapevoli, per comprendere che la bellezza è indispensabile alla vita dell’uomo.

A tal proposito ho scelto come mia opera simbolo “La scala dell’evasione” di Joan Mirò, del 1940. L’artista, esponente del Surrealismo, prediligeva una pittura fatta di immagini semplici e stilizzate, colori accesi e una sconfinata immaginazione. Nella serie delle “Costellazioni” di cui il dipinto fa parte, Mirò dipinge su uno sfondo creato dalla pulitura dei pennelli del quadro precedente. Mi piace interpretare questa tecnica come una metafora della vita e di come la bellezza del nostro presente abbia origine dal nostro passato.


Benvenuti a tutti, sono Mariano, ho 19 anni e frequento il quinto anno dell’indirizzo linguistico presso il liceo scientifico “Leonardo da Vinci” di Fasano (BR).

Ho diverse passioni, le quali sono giornalismo, filosofia, psicologia, sociologia, politica e attualità.

Il mio intento è quello di condividere con voi, attraverso la descrizione di un’opera d’arte, una riflessione o un pensiero critico evocato dalle tematiche suscitate dal quadro.

Mi piace molto fare riferimenti all'attualità, in particolare modo alle relazioni conflittuali tra genitori e figli e all disagio giovanile in età adolescenziale.

Un’opera simbolo per me è “Il figlio dell’uomo” di Magritte, perché la mela nasconde la verità e non permette di vedere il volto dell’uomo. “Noi vogliamo sempre vedere quello che è nascosto da ciò che vediamo. Proviamo interesse in quello che è nascosto e in ciò che il visibile non ci mostra. Questo interesse può assumere la forma di un sentimento letteralmente intenso, un tipo di disputa, potrei dire, fra ciò che è nascosto e visibile e l'apparentemente visibile.”


Salve a tutti, il mio nome è Ilario Etiope, ho 18 anni e frequento il quinto anno dell’indirizzo linguistico presso il liceo scientifico “Leonardo da Vinci” di Fasano (BR).

Ho diverse passioni tra cui lo sport, la musica, la politica e mi piace conoscere lingue e tradizioni straniere.

La mia opera simbolo è “La camera di Vincent Van Gogh ad Arles". Qui l’artista vive per un lungo periodo della sua vita e la ritrae un anno prima della sua morte . In quest'opera il colore viene utilizzato in modo molto emotivo, così come nei suoi paesaggi. L’artista vuole rappresentare uno spazio personale: deforma l’evidenza della materia e utilizza colori accesi.


Benvenuti, mi chiamo Chiara Semeraro, ho 17 anni e frequento il quarto anno del Liceo Classico presso il liceo "Leonardo da Vinci" di Fasano (BR). In questo blog ho intenzione di condividere con voi delle analisi e delle osservazioni critiche circa i numerosi, spesso anche inaspettati, riferimenti filosofici e religiosi presenti in diverse opere, e soprattutto di come questi siano cambiati e abbiano cambiato l'arte nel corso della storia.

Trovo molto interessante la storia e l'evoluzione delle culture e delle società, e che tra i migliori strumenti per una buona e piena comprensione di queste ci siano proprio l'arte, la filosofia, la letteratura e la musica, che mi appassionano particolarmente.



Benvenuti a tutti, mi chiamo Martina Russano ho 19 anni e frequento il quinto anno dell’indirizzo linguistico presso il liceo scientifico “Leonardo da Vinci” di Fasano (BR).

Ho diverse passioni, le quali sono l’arte, in tutte le sue variegate sfumature, la filosofia, la letteratura. Il mio intento è quello di condividere con voi alcuni spunti di riflessione personali di tipo filosofico e teologico attraverso la visione di un’opera d’arte.

Il dipinto qui sopra è il "Viandante sul mare di nebbia" di Caspar David Friedrich del 1818. Quest’opera inconfondibilmente romantica, fu realizzata dal tedesco Friedrich, massimo esponente di questo movimento artistico in Germania. Ho scelto quest’opera per presentarmi poiché simbolo per me di un connubio indissolubile: quello fra filosofia ed arte. Il concetto dell’estetica del sublime è sicuramente protagonista in quest’opera: lo spettatore, dinanzi alla vista di questa potente espressione naturale, non può che prendere coscienza del proprio limite, proprio come scriveva Kant nella "Critica del giudizio".

Al centro dell’opera, un viandante si staglia su un precipizio roccioso, ci dà le spalle. L’osservatore riesce, in questo modo, ad immedesimarsi nel personaggio, e ad assegnare a quest’ultimo le proprie emozioni. L’unica sensazione percepibile oggettivamente è quella della solitudine. Egli contempla il panorama, vede davanti a sè una fitta foschia come se fosse mare (il titolo è un evidente ossimoro) che si mescola con l’orizzonte. È così che Friedrich decide di rendere l’infinita estensione e la forza intimidatoria della Natura, che attesta l’imperfezione dell’uomo dinanzi ad essa.


Speriamo che i nostri articoli potranno piacervi. Auguriamo a tutti una buona lettura!


LA REDAZIONE






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